filamentosi definibili come cheratinofili e cheratinolitici, appartenenti ai generi Microsporum,
Trichophyton ed Epidermophyton.
Sono classificati in tre gruppi, in base all?habitat in cui si sviluppano:
- Antropofili;
- Zoofili;
- Geofili
I dermatofiti geofili vivono e si riproducono nel suolo. Hanno un ruolo marginale nella tigna del cane, in quanto solo Microsporum gypseum ha un reale potere patogeno ed è in grado di
parassitare uomo e animali.
I funghi appartenenti a questo gruppo sono numerosi e si possono isolare come contaminanti non
patogeni dal pelo degli animali, soprattutto se passano molto tempo all?aperto.
I dermatofiti antropofili sono primariamente associati all?uomo, in quanto vivono e si riproducono
su di esso. Sono stati anche isolati dal mantello di animali sani e solo in rari casi questi funghi
risultano responsabili di tigna in specie diverse da quella umana.
Gli zoofili sono funghi parassiti degli animali. Nonostante non siano specie-specifici, ogni
dermatofita zoofilo ha uno o più ospiti preferenziali.
Microsporum canis parassita prevalentemente cane e gatto. Nel cane sono possibili infezioni anche
da Trichophyton interdigitale, T. erinacei e Microsporum persicolor.
TIGNA CANE – PATOGENESI
La tigna del cane interessa il pelo ed il follicolo pilifero (fa eccezione M. persicolor, i cui
elementi si ritrovano solo nello strato corneo dell?epidermide).
A partire dalle spore fungine si produce un filamento germinativo da cui si sviluppa un?ifa
(elemento costitutivo base: un filamento di diametro uniforme diviso in setti), la quale invade
l?epidermide e successivamente intacca il pelo nel punto della sua emergenza dalla cute.
Le ife si
ramificano e proliferano continuando l?invasione verso la radice del pelo. Il fusto pilifero risulta
quindi indebolito e tende a spezzarsi. A questa azione si contrappone la reattività dell?ospite, con
una risposta immunitaria, che si realizza con un processo infiammatorio perifollicolare ed un
maggiore turnover epidermico. Le lesioni che derivano sono quindi aree alopeciche focali o
multifocali, di forma circolare o irregolare, con eritema ed esfoliazione variabile.
Il contagio può avvenire sia per contatto diretto con animali infetti che indiretto in luoghi
contaminati da residui cheratinici dispersi nell?ambiente.
TIGNA CANE – SINTOMI
Come abbiamo anticipato la manifestazione clinica tipica della tigna canina è l’alopecia. A
seconda dell’estensione dell’infezione possiamo parlare di dermatofitosi localizzata, multifocale o
generalizzata. Le aree coinvolte tendono ad espandersi con andamento circolare, con una zona di
guarigione centrale e di erosione periferica. Il prurito è solitamente assente o lieve, ma può
aumentare in presenza di infezioni secondarie. Possono essere anche presenti essudazione, papule o
pustole, croste ed iperpigmentazione.
Le zone del corpo più facilmente colpite sono il muso, la parte
dorsale delle zampe, il collo ed il dorso.
Un’altra possibile manifestazione prende il nome di kerion, un nodulo tondeggiante, eritematoso ed
alopecico, che insorge quando il dermatofita provoca la rottura del follicolo generando una
infiammazione granulomatosa. Le zone più colpite sono gli arti e la faccia ed il fungo responsabile
è Microsporum gypseum.
TIGNA CANE – DIAGNOSI
Le tecniche più rapide ed immediate per fare diagnosi di tigna nel cane sono:
- l’esame alla lampada di Wood e l’esame microscopico del pelo. La lampada emette una luce che può indurre fluorescenza nei peli infettati da M. canis, che appaiono color verde mela. In caso di infezioni da altri dermatofiti però non si rileva fluorescenza, quindi questo tipo di esame deve essere associato ad altri test diagnostici.
- L’esame microscopico del pelo permette una diagnosi certa in quanto sono visibili spore ed ife che infettano i peli. Per identificare invece la specie di dermatofita è necessario effettuare una coltura fungina su un terreno idoneo.
TIGNA CANE – TERAPIA
L’infezione da dermatofiti nel cane può essere autolimitante, ma trattandosi di una zoonosi, ovvero una patologia trasmissibile all’uomo, è importante impostare una terapia appropriata per evitare il contagio di altri animali e delle persone. La terapia può essere locale o sistemica. Per la prima si usano shampoo e bagni, in associazione alla terapia sistemica, per ridurre l’ulteriore estensione dell’infezione ed i tempi della terapia orale. L’utilizzo invece di creme ed unguenti sembra avere un’utilità limitata.
Per la terapia sistemica si usano farmaci ad uso orale a base di griseofulvina, ketoconazolo, itraconazolo o terbinafina. La griseofulvina è un farmaco fungistatico comunemente usato nella tigna del cane. Può dare anoressia, vomito e diarrea. Il ketoconazolo è un fungistatico ad ampio spettro, che però a volte può risultare inefficace nei confronti di alcuni ceppi di M. canis.
L’itraconazolo è molto utilizzato nel gatto, mentre nel cane il costo elevato ne preclude l’utilizzo. La terbinafina è un antimicotico fungicida ben tollerato nel cane, che solo raramente può dare episodi di vomito.
In caso di sospetta micosi, evitate la terapia fai-da-te e rivolgetevi sempre al vostro veterinario di fiducia.
Ti è piaciuto l’articolo? Condividilo sui SOCIAL NETWORK e metti MI PIACE sulla nostra PAGINA FACEBOOK, oppure ISCRIVITI al nostro sito per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie dal mondo animale e per fare le domande gratuitamente ai nostri VETERINARI.