Laurie Marker è la fondatrice e direttrice del Cheetah Conservation Fund, leader internazionale nella ricerca e salvaguardia dei ghepardi. In questi giorni Laurie Marker si trova in Europa e prossimamente terrà una conferenza anche in Italia, al Parco Natura viva di Bussolengo ed al Museo di Storia Naturale di Milano.
Il Cheetah Conservation Found è nato venticinque anni fa (1990) in Namibia, dove l’ostacolo più grande alla salvaguardia dei ghepardi era ed è tutt’oggi, educare i pastori locali a difendere il proprio gregge senza ricorrere a misure estreme come l’uccisione del grande felino. Gli agricoltori e allevatori della Namibia posso sopravvivere grazie ad un fazzoletto di terra concesso dallo Stato e la loro capra è l’unica fonte di reddito per mandare i figli a scuola e per nutrirsi, quindi sono disposti a tutto pur di difenderla.
Laurie Marker racconta a proposito:
«Il Cheetah Conservation Fund è molte cose. Siamo un centro di ricerca di livello mondiale, in biologia, ecologia e genetica del ghepardo. Lavoriamo non solo per aiutare gli animali, ma anche per combattere i problemi delle comunità umane che con loro condividono le stesso territorio. È vero che educhiamo i farmer, ma in realtà stiamo cercando di educare una nazione, per la conservazione dei ghepardi».
Al Cheetah Conservation Fund c?è anche un piccolo allevamento di cani pastore dell?Anatolia, che sono in grado di allontanare i ghepardi dal gregge. Questi cani sviluppano uno stretto legame con il gregge, lo proteggono e indirettamente aiutano anche i grandi felini, salvandoli dai fucili dei pastori. Laurie Marker si reca fino in Turchia per trovare i migliori esemplari di cani pastore: oltre 500 cuccioli sono stati trasferiti dall?Anatolia all?Africa, ma la richiesta aumenta ogni stagione.
«Le statistiche del declino ci dicono che a questo ritmo perderemo tutti gli esemplari di ghepardo ancora viventi in natura entro vent?anni. Diventa essenziale informare il pubblico perché acquisisca la consapevolezza di essere esso stesso custode di quella biodiversità che garantisce la sopravvivenza a tutti noi».
Via | la stampa