A Petrignano in provincia di Bari, la sezione locale dell’OIPA ha tratto in salvo un cane randagio di nome Martino che silenziosamente si era accasciato a terra, per le vie della città, stremato e agonizzante.
Martino è un meticcio simil Border Collie, avvistato in paese fin da cucciolo, al quale è stata inflitta una tortura abominevole: qualche persona (sarebbe meglio dire DELINQUENTE), di cui è impossibile accertare l’identità, ha preso il quattrozampe ancora piccolo e gli ha legato al collo un tubo di plastica. Da quel momento Martino è stato molto diffidente col genere umano e fuggiva spaventato tutte le volte che un cittadino provava ad avvicinarlo o che le guardie eco zoofile dell’OIPA tentavano di fornirgli soccorso. Questa vicenda è continuata finchè le zampe del meticcio hanno retto il peso del suo esile corpo, ma poichè il tubo era troppo stretto per il collo di Martino ormai non più cucciolo, la cute sotto di esso si è dilaniata, fino a scoprire persino le vertebre cervicali. La lesione ha causato la paralisi degli arti posteriori e per questo il cane è stato trovato a terra senza possibilità di muoversi.
Martino è stato visitato e curato presso una clinica veterinaria del territorio barese, dove è stato liberato del “collare” di plastica tagliente al quale era costretto da ben tre anni. A prendersi cura del cane, in attesa che trovi una famiglia pronta ad amarlo, è la guardia eco zoofile dell’OIPA Giammichele Lippolis che ha preso in stallo il quattrozampe.
Per Martino sembra esserci stato un lieto fine, ma come possiamo definire conclusa una storia così tremenda se i colpevoli sono ancora a piede libero?
Via | la stampa