Ennesimo caso di aggressione domestica in Texas (USA), protagonisti di questa triste vicenda (fortunatamente a lieto fine) sono un cane di razza Pit Bull, una donna di nome Chelsi Camp e la sua bambina, Kenzi.
Il quattro zampe, appartenente ai vicini di casa, era stato affidato per un pomeriggio alla donna che era solita prendere in casa propria il cagnolone, il quale si era sempre dimostrato ben educato, persino affettuoso. Quando Kenzi, la figlia di soli due anni, è entrata nella stanza in cui la madre ed il cane si trovavano, il pit bull è sembrato impazzire: si è scaraventato sulla piccola, azzannandola al volto.
Cosa avrà potuto scatenare una simile reazione in un cane che, a detta della stessa Chelsi e di tutto il vicinato, aveva sempre dimostrato placidità e mitezza?
C’è chi sostiene che Kenzi abbia fatto un movimento esageratamente brusco, tipico per una bambina di due anni, ma che un animale può interpretare come pericoloso; altri ancora ipotizzano che la piccola fosse cosparsa dell’odore di un altro cane (perchè i Camp possiedono un pet) e questo abbia rappresentato un campanello d’allarme che abbia spinto il quattrozampe ad assalirla.
Chelsi è accorsa sul posto per sottrarre la bambina dalle grinfie dell’animale, cercando di sferrare pugni sul muso di questo, inutilmente. Nella disperazione del momento, la donna ha fatto l’unica cosa che ancora non aveva pensato di fare: ha morso l’orecchio del pitt bull, riuscendo a distrarlo ed allontanarlo da Kenzi.
La bambina è stata trasportata urgentemente in ospedale, fortunatamente è sopravvissuta ma ha riportato profonde cicatrici sul volto, mentre Chelsi ferite e morsi sulle braccia. La normativa texana è molto severa sul fronte aggressioni canine, quindi per il pit bull non c’è stata scelta: il giudice ha deciso per l’abbattimento.
Via | greenstyle