Su internet si è diffuso rapidamente il bizzarro salvataggio di Charlie, cagnolino di razza maltese, avvenuto in Australia in seguito ad una intossicazione da glicole etilenico.
Il pet era stato lasciato solo per diverse ore nel garage di casa e quando la sua proprietaria, Jacinta Rosewarne, è tornata a prenderlo ha fatto la sconcertante scoperta: Charlie aveva bevuto una dose significante di liquido di raffreddamento per auto, sostanza pericolosa costituita appunto da glicole etilenico.
Quando Jacinta e il cagnolino sono arrivati dal veterinario, questi è stato costretto ad intervenire repentinamente (l’animale intossicato rischia la morte già nelle prime 12 ore dall’ingestione) e in assenza di fomepizolo, medicinale comunemente usato in questi casi, ha dovuto ripiegare su della comune vodka (si, avete capito bene, della vodka!). Il veterinario ha fatto bere l’alcol al piccolo Charlie, istruendo Jacinta affinchè continuasse anche a casa il trattamento per una durata di due giorni e per circa 700ml alla volta.
La donna ha poi affermato all?Herald Sun:
«Era totalmente ubriaco. Andava in giro inciampando ovunque, volevo stargli vicino, ma mandava via come fanno le persone ubriache. Ha vomitato un po? e piagnucolava come fanno le persone che hanno bevuto molto».
In realtà il rimedio adoperato dal veterinario di Charlie non dovrebbe destare molto stupore. Nell’intossicazione da glicole etilenico il pericolo non sta nella sostanza assorbita che per sè è innocua, ma dai metaboliti acidi prodotti a livello epatico quali l‘aldeide glicolica, l?acido glicolico e gli ossalati. Quest’ultimo in particolare, l’acido ossalico, è sintetizzato grazie all’enzima alcool deidrogenasi, col quale competono nella formazione di legame sia il glicole etilenico che l’etanolo (alcool). Per evitare gli effetti collaterali che un’intossicazione da alcool possono avere, si adopera appunto il fomepizolo, ma il tempo a disposizione del veterinario nel caso di Charlie era così poco che anche una comune vodka ha potuto sostituire il farmaco e salvare la vita al piccolo cane.
Via | la stampa