L‘Ordine dei Medici Veterinari di Milano ha sanzionato un caso di chirurgia dei piccoli animali a causa dell’assenza degli strumenti di rianimazione in sala operatoria.
Il veterinario protagonista di questa vicenda ha effettuato la castrazione di un gatto, il quale però non è sopravvissuto all’intervento; un episodio sporadico direte voi, che prescinde dall’abilità o la serietà del professionista, ma l’Ordine non la pensa esattamente così e in questa vicenda non crede centri la sfortuna: per questo motivo sono stati stabiliti tre mesi di sospensione dell’esercizio professionale per il veterinario colpevole, in seguito ad un esposto dei proprietari del gatto.
Il chirurgo ha fatto ricorso contro il primo provvedimento e la Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie ha ridotto di un mese la sospensione dall’esercizio della professione confermando il provvedimento impugnato quanto alla “legittimità dell’atto di contestazione effettuata, ribadendo la violazione delle norme deontologiche“. Quest’ultime infatti sono ritenute infrante dal comportamento del medico, egli non doveva accettare di operare in un’ambulatorio Asl non munito dell’attrezzatura utile per rianimare il paziente in caso di emergenza (caso che infatti si è presentato).
L’ufficio stampa della FNOVI, che ha riportato la notizia, afferma:
Il veterinario era stato sanzionato per aver eseguito un intervento di piccola chirurgia con la consapevolezza di non poter fronteggiare la minima emergenza, non disponendo di alcuna attrezzatura per il monitoraggio e assistenza rianimatoria, né dei presidi per la ventilazione respiratoria.
Via | FNOVI