Lo staff di International Fund for Animal Welfare (IFAW) della Costa d’Avorio si è ritrovato nei giorni scorsi con un compito difficile da eseguire: narcotizzare sei elefanti e trasportarli in un nuovo territorio.
Il trasloco era diventato indispensabile: i conflitti tra i pachidermi e gli abitanti di Daloa, una cittadina nei pressi del Parco nazionale di Marahoue, stavano diventando troppo accesi così, per il bene degli animali e per salvaguardare anche gli abitanti di Daloa, si è pensato di trasferire gli animali. L’avvicinamento dei pachidermi alla cittadina non è stato casuale: la mancanza di cibo ed acqua, fattori minimi di sopravvivenza, hanno fatto spostare gli animali in un luogo in cui le risorse fossero maggiori. La convivenza con l’uomo, però, è stata difficile fin dall’inizio: quando sono morte tre persone per schiacciamento a Daloa e nei villaggi vicini ed il raccolto è stato distrutto, gli abitanti hanno iniziato a protestare con più forza.
La mancanza di cibo e di acqua non erano però dovute ai caratteristici periodi di siccità ai quali l’Africa è abitualmente sottoposta, bensì alla deforestazione del parco di Marahoue. Céline Sissler-Bienvenu, manager dell’IFAW, ha dichiarato che circa l’80% della superficie del parco è stata convertita all’agricoltura dal 2002, anno di inizio della guerra civile nel paese.
La manager ha anche affermato:
Traslocare un elefante è sempre l’ultima risorsa: è un operazione rischiosa e molto costosa. Anziché abbattere gli elefanti, che sono il simbolo nazionale del paese, si è cercata una soluzione più umana. Inoltre, il governo ivoriano sapeva che avevamo già spostato degli elefanti in Malawi.
Purtroppo dei sei elefanti due sono morti, ma i restanti quattro sono stati issati su camion e trasportati per 500 km in una nuova area protetta, lontani dai conflitti con l’uomo.
Le foto che trovate qui sotto sono state scattate da Angie McPherson per National Geographic e documentano le varie fasi di trasloco degli elefanti.