Stanno aumentando i Comuni italiani che forniscono ai propri cittadini delle agevolazioni fiscali in cambio dell’adozione di un cane del canile, questa volta tocca al capoluogo emiliano su proposta dell’assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo.
La decisione è motivata dal grosso onere che i canili rappresentano per le finanze del comune: è stato calcolato che mantenere un cane nelle strutture pubbliche costa 700 euro annui, qualora esso sia in buona salute e non necessiti dunque di cure veterinarie supplementari (che aumenterebbero notevolmente la cifra stimata). La tassa dei rifiuti calcolata sempre annualmente risulta di 300 euro circa a famiglia, quindi il comune che esenta i proprietari di fido da questa spesa, risparmia 400 euro.
Dall’altra parte d’Italia, il sindaco del comune di Avellino ha adottato la stessa politica: ad ogni famiglia che prende in adozione un cane dal canile locale viene dato un incentivo di 700 euro come bonus per le spese relative al mantenimento. Decisioni simili sono state adottate anche dalle giunte delle città di Sant’Agata di Puglia (FG) e Santi Cosma e Damiano (LT).
Secondo alcune indagini effettuate dalla Lega Anti Vivisezione (LAV) gli ingressi di nuovi randagi nei canili sono 100.000 ogni anno, per non parlare del numero di cani e gatti che rimane per strada, ne consegue che queste ottime politiche locali per abbattere il fenomeno del randagismo siano encomiabili. Ma in periodo di crisi economica come quello che stiamo attraversando, sviene spontaneo chiedersi per quanto tempo le casse dei comuni potranno fare a meno degli introiti della tassa della spazzatura, e se ci sia una percentuale (minima si spera) di furbetti che prendono un cane e lo abbandonano subito dopo col solo intento di ricevere le agevolazioni fiscali.
Via | IlSole24Ore