“Come va all’università?”
“Quante materie ti mancano per laurearti?”
Queste sono le due domande più odiate dagli studenti universitari spesso poste da genitori, parenti ed amici, a volte anche da sconosciuti.
Altre domande meno piacevoli possono essere:
“Perché non ti impegni di più per laurearti?”
“Perché studi così tanto ed alla fine non riesci a superare gli esami?”
“Perché studiando come i tuoi compagni di corso sei così indietro e loro stanno per laurearsi?”
È risaputo che la Facoltà di Medicina Veterinaria sembra interminabile, impossibile ed a volte anche estenuante: esami enormi, terminologia impossibile da ricordare, migliaia di pagine da studiare in un solo esame, per poi ridursi ad uno straccio e domandarsi “ne vale la pena?”.
Ma come si fa a sapere quando è una Facoltà ad essere sbagliata per noi o essere noi ad essere “sbagliati” per ogni tipo di Facoltà?
Spesso non ci si riesce a spiegare come persone con una mente brillante non riescano ad ottenere i risultati sperati.Si stima che il 4-5% della popolazione italiana abbia sin dalla nascita dei Disturbi evolutivi Specifici di Apprendimento (DSA), una categoria diagnostica che interessa il campo delle abilità scolastiche quali lettura, scrittura e calcolo.
Tali disturbi sono noti come: dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia. Possono presentarsi sia associati che isolati.
Cerchiamo di capire di cosa stiamo parlando…
La dislessia evolutiva e? un disturbo di decodifica della lettura in cui i due parametri di rapidita? e accuratezza di performance si discostano significativamente dai valori medi attesi per la classe frequentata. La disgrafia e? un disturbo della scrittura di natura motoria, dovuto ad un deficit nei processi di realizzazione grafica. La disortografia e? un disturbo della scrittura dovuto ad un deficit nei processi di cifratura che compromettono la correttezza dell?abilità. La discalculia evolutiva e? un disturbo caratterizzato da deficit nelle componenti di cognizione numerica (subitizing, meccanismi di quantificazione, comparazione, seriazione, strategie di calcolo a mente) e deficit nelle procedure esecutive (lettura, scrittura e messa in colonna dei numeri) e nel calcolo (recupero dei fatti numerici e algoritmi del calcolo scritto).
È da specificare che tali disturbi NON sono da considerarsi malattie anzi, spesso le persone che li presentano hanno un QI nettamente superiore a quello della media. Secondo la definizione più recente, approvata dall’International Dyslexia Association (IDA), “la dislessia è una disabilità dell’apprendimento di origine neurobiologica”.
Oggigiorno tali disturbi vengono diagnosticati nei bambini già dalla scuola primaria, ma una scarsa informazione e sensibilizzazione del problema ed una lieve compensazione da parte di queste persone possono portare nelle persone adulte delle gravi conseguenze soprattutto dal punto di vista psicologico: scarsa autostima, rabbia, frustrazione, depressione, mancanza di fiducia in sé stessi e nella società, abbandono degli studi superiori, ecc.
Come si manifesta la dislessia?
Le persone dislessiche sono uniche come fiocchi di neve in quanto ognuna di esse manifesta caratteristiche differenti dagli altri.
In genere i segni più comuni sono:
? Scarsa discriminazione di grafemi diversamente orientati nello spazio
Es: confondendere la ?p? e la ?b?, la ?d? e la ?q?, la ?u? e la ?n?, la ?a? e la ?e?, la “b” e la “d”.
? Scarsa discriminazione di grafemi che differiscono per piccoli particolari
Es: confondere la ?m? con la ?n?, la ?c? con la ?e?, la ?f? con la ?t?, la “e” con la “a”.
? Scarsa discriminazione di grafemi che corrispondono a fonemi sordi e fonemi sonori
Difficoltà nel discriminare grafemi relativi a fonemi con somiglianze percettivo-uditive.
Es: la “F” con la “V”, la “T” con la “D”, la “P” con la “B”, la “C” con la “G”, la “S” sorda con la “S” sonora.
? Difficoltà di decodifica sequenziale
Ostacolo nella decodifica sequenziale manifestato con: omissione di grafemi e di sillabe, salti di parole e salti da un rigo all?altro, inversioni di sillabe, aggiunte e ripetizioni.
? Prevalenza della componente intuitiva
Il dislessico durante la lettura privilegia l’uso del processo intuitivo rispetto a quello di decodifica che a volte porta ad errori di anticipazione.
Come si risolvono questi disturbi?
Non trattandosi di una malattia, non esistono delle terapie, ma solo degli strumenti compensativi per poter arrivare agli stessi risultati degli altri studenti di corso in tempi utili.
Tali mezzi compensativi possono essere:
- compensativi e informatici: calcolatrice per i discalculici, sintesi vocale o il correttore ortografico per dislessici e disortografici.
- dispensativi: quando sottraggono i ragazzi con DSA da compiti al di fuori della loro portata (studio mnemonico delle tabelloni, studio delle lingue straniere in forma scritta, tempi piu? lunghi per le prove scritte, interrogazioni programmate, ecc..).
Questo vale solo per le scuole primarie o anche per l’Università?
Anche le Università italiane negli ultimi anni si sono dovute adeguare alle necessità degli studenti dislessici per garantire loro il diritto allo studio. Inoltre lo studente dislessico deve far valere i propri diritti dato che i DSA sono riconosciuti e regolamentati nella legge n. 170/2010 .
Credo di essere dislessico, cosa posso fare?
Prima di ogni cosa, sarebbe meglio fare un test di autovalutazione per constatare che ci siano alcuni segni tipici della dislessia (TEST), successivamente bisogna contattare il Servizio Studenti Dislessici del proprio Ateneo (andare sul sito del proprio Ateneo cercando la dicitura “Dislessia” o “Disabiltà”) per avere un consulto e, nel caso in cui ci fossero dei sospetti di dislessia, poter procedere con le visite mediche per ottenere la diagnosi.
NB: per poter usufruire dei diritti riservati agli studenti con DSA, lo studente deve esibire la propria diagnosi (in genere non più vecchia di tre anni al 1° anno di corso).
Ho scoperto di essere dislessico, credo che l’Università di Medicina Veterinaria non faccia per me.
La scelta dell’Università è una decisione strettamente personale, ma se la si vuole abbandonare perché si pensa che la dislessia ostacoli il percorso universitario… è un grandissimo sbaglio!
Nel mondo della scienza non serve solo sapere a memoria numeri, elementi, equazioni, molteplicità di nomi per uno stesso composto, ecc., ma anche l’intuizione che è il cuore della ricerca e che è decisamente sviluppata nella mente delle persone dislessiche.
La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono.
Queste parole sono state dette una volta da un uomo dislessico: il suo nome era Albert Einstein.
Per maggiori info sulla dislessia:
ASSOCIAZIONE ITALIANA DISLESSIA
Dicitura Dislessia nel sito di UNIMI:
Dicitura Dislessia nel sito di UNIBO:
Dicitura Dislessia nel sito di UNIPD: