Lo Yeti, abominevole uomo delle nevi, sembra non essere più una mera leggenda bensì un ibrido tra l’orso polare e l’orso bruno.
E’ quanto emerge dagli studi condotti dal genetista dell’Università di Oxford Bryan Sykes, il quale ha confrontato il DNA proveniente da alcuni presunti resti di Yeti e il materiale genetico di una mandibola di orso dell’Artide norvegese nel 2004, risalente a ben 120.000 anni fa.
La leggenda di questa mirabile creatura ha le sue origini in Asia, da una credenza delle popolazioni dell’Himalaya, narrava di un’enorme figura rosso-bruna che si aggirava nei territori inesplorati dall’uomo. In lingua nepalese l’attributo “abominevole uomo delle nevi” corrisponde a “Metoh Kangmi” che letteralmente significa “uomo-orso delle nevi“.
Sykes nel 2012 aveva lanciato un’appello per trovare qualsiasi reperto potesse condurre ad uno yeti, ottenendo così diverso materiale tra cui due peli provenienti dalla regione del Ladakh, in India settentrionale, appartenuti ad un abominevole uomo delle nevi mummificato e conservati da un alpinista francese, e un singolo pelo rinvenuto a 1.300 km di distanza dagli altri due, in Bhutan.
La corrispondenza dei geni di questi resti a così grande distanza fra loro fa supporre che l’ipotesi della familiarità del mostro leggendario con gli orsi non sia solo frutto di fantasia. I pareri degli scienziati e biologi molecolari sono però molto discordanti e tutta la comunità scientifica si tiene lontana dal ritenere veritieri e affidabili i dati raccolti ad Oxford.
Via | NationalGeographic | CorrieredellaSera