La Rinotracheite virale è una malattia cosmopolita molto frequente nel gatto che si esprime attraverso quadri clinici diversi. E’ possibile la comparsa di sintomatologia grave a carico delle prime vie respiratorie, caratterizzata da ipersecrezione nasale, congiuntivite, tosse e starnuti. Sono possibili forme generalizzate alle quali seguono polmonite, aborto nelle femmine , ulcerazioni, delle mucose del cavo orale e della cute.
La malattia è data dal FeHV-1 (Felid Herpesvirus 1), particolarmente diffuso nelle zone temperate, il virus può colpire, per mezzo delle secrezioni nasali, qualsiasi sogetto, anche se, la gravità dei sintomi è intimamente connessa all’età, in quanto la mortalità è quasi esclusiva nei giovani. Particolarmente interessante è la trasmissione che avviene tra la madre, apparentemente sana, in quanto asintomatica, e i cuccioli.
L’Herpesvirus è un virus caratterizzato da latenza, è presente anche se non provoca alcun sintomo, ma tende a riacutizzarsi in condizioni di stress, concentrando la massima virulenza nelle 3 settimane successive allo stesso. Per esempio, lo stress causato da una gravidanza può provocare la riacutizzazione nella madre e conseguente aborto o trasmissione, in seguito durante l’allattamento, ai cuccioli.
L’incubazione è breve e i sintomi sono, per lo più, caratterizzati da starnuti, emissione di secrezioni oculonasali, febbre e abbattimento. Nelle prime fasi della patologia è già possibile rilevare il virus nel muco nasale. Se i sintomi permangono possono aggravarsi con congiuntivite, scolo nasale più accentuato e difficoltà respiratorie ma solitamente, se curate nel modo giusto, e cioè con adeguata pulizia di occhi e naso, alimentazione equilibrata ed antibiotici per evitare le contaminazioni secondarie, si risolvono in 2- 3 settimane.
I cuccioli devono essere vaccinati solo al termine dell’immunità materna per evitare episodi di interferenza. Quelli ancora non vaccinati, dovrebbero essere tenuti lontani da gatti randagi ed altri cuccioli o gatti domestici adulti non ancora vaccinati, i quali potrebbero essere portatori di virus latente.