Un altro approfondimento su un argomento tanto famoso quanto delicato, la toxoplasmosi. Questa volta a parlarci di questa patologia è il Dr. Ivan Scoccia.

Toxoplasma Gondii è un protozoo molto diffuso tra gli animali a sangue caldo, con la particolarità di poter completare il proprio ciclo vitale solo tramite la specie felina, dove avviene la produzione delle nuove oocisti da parte degli adulti, che verranno poi eliminate tramite le feci.

Proprio a causa di questo stretto legame con la specie felina, tale parassita per garantire la propria sopravvivenza ha sviluppato una importante equilibrio, non solo con l?ambiente circostante, nel quale riesce a sopravvivere nella sua forma più semplice, le oocisti, ma anche con gli ospiti intermedi, nonché con il suo ospite definitivo, il gatto.

Dimostrazione di ciò, è il ciclo vitale del parassita, infatti Toxoplasma una volta penetrato per via orale all?interno dell?ospite, intermedio o definitivo che sia,  raggiunge l?intestino luogo di sporulazione delle uova o delle cisti contenenti le altre forme larvali.                                                                                                                 A questa fase segue la diffusione del parassita che solitamente si va ad incistare, come bradizoita, nei diversi distretti dell?organismo, senza sfociare il più delle volte, in alcuna sintomatologia clinica. Ciò accade quando l?infestazione avviene in individui immunologicamente sani che inducono il parassita ad evolversi nella sua forma larvale metabolicamente meno attiva, il bradizoita.

SITI DI LOCALIZZAZIONE DEL PARASSITA

  • Epatico
  • Polmonare
  • Nervoso
  • Pancreatico
  • Apparato genitale

Talvolta però, quando il parassita colpisce individui immunodepressi, come ad esempio animali affetti da patologie preesistenti, oppure molto giovani o anziani, questo si evolve nella sua forma metabolicamente più attiva, il tachizoita. La sua peculiarità è quella di raggiungere una velocità di replicazione molto elevata, causando una massiva distruzione cellulare ed invasione del circolo ematico, esitando il più volte nella morte dell?animale stesso. Da ciò si capisce che il parassita riesce ad infestare diversi ospiti tramite tutti i sui stadi vitali (oociste, tachizoita, bradizoita).

La motivazione di questo complesso meccanismo, risiede nel fatto che il gatto differentemente da altri animali a sangue caldo come il cane o il topo, non è coprofago, quindi difficilmente si infetta tramite l?ingestione delle ocisti. Al contrario la diffusione si ha prevalentemente attraverso l?ingestione di prede parassitate come ad esempio il topo.

SINTOMI CLINICI

Dalle caratteristiche appena descritte del parassita possiamo capire come questo agente, in relazione all?individuo che andrà infettare, svilupperà differenti sintomatologie cliniche. Comunque per comodità la Toxoplasmosi viene divisa in due forme cliniche:

  • Intestinale,  generalmente la meno grave, nel quale l?animale presenta solo una lieve diarrea ad andamento autolimitante, cioè si risolve da sola.
  • Extra-intestinale, rappresenta invece la forma più grave che può portare a morte l?animale. Questa può manifestarsi sia su gatti adulti che molto piccoli.

I primi generalmente son associati ad una patologia sottostante (Fiv, Felv, Peritoneite infettiva) e possono presentare:

    1. uveite bilaterale anteriore o  posteriore;
    2. febbre;
    3. abbattimento;
    4. anoressia con calo ponderale;
    5. ittero;
    6. diarrea;
    7. versamento addominale;
    8. pancreatite;
    9. sintomi nervosi: atassia, convulsioni, iperestesia muscolare.

I secondi infettati mediante la via transplacentare o l?allattamento, manifestano una forma iperacuta della forma extra-intestinale, andando incontro a morte dopo avere manifestato una forma epatica o polmonare, associate spesso ad un interessamento oculare bilaterale.

E? importante per il proprietario sapere che, purtroppo la terapia clinica non riesce ad eliminare del tutto il parassita, quindi è possibile che il paziente possa presentare delle recidive.

SALUTE UMANA

Dato che T. gondii è un agente zoonosico, è bene informare sulle capacità infettive e patogene che tale agente ha nei confronti dell?uomo.                                                                                                                                                       Comunemente  l?uomo si infetta tramite l?ingestione di oocisti sporulate o cisti tissutali presenti in carni o vegetali contaminati, oppure per via trans-placentare. La sintomatologia come per il gatto presenta una notevole variabilità in relazione all?individuo che viene parassitato. Infatti in individui sani generalmente non causa alcuna sintomatologia clinica, a volte può portare ad abbattimento associato a febbre e linfadenopatia a carattere autolimitante. Il vero problema si ha nel caso il parassita infesti persone immunodepresse come malati di AIDS, o donne gravide. I primi possono presentare una encefalite, mentre le seconde possono presentare differenti sequele come:

  • l?aborto
  • la natimortalità
  • patologie oculari e nervosi del neonato

Nel caso di persone a rischio, differentemente da come molti credono, la prevenzione NON SI OTTIENE evitando il contatto con il gatto, ma con un attenta pulizia dei cibi potenzialmente contaminati. Questo perché il gatto, pure se portatore, non elimina il parassita in maniera continua, ma la sua diffusione è limitata solo nel periodo corrispondente alla prima infezione, cioè alla prima volta che il gatto viene parassitato. Oltretutto il gatto viene definito notoriamente un animale pulito, perché è frequente a tolettature, proprio questa caratteristica impedisce alle ocisti presenti sul pelo dell?animale di sporulare, quindi essere potenzialmente pericolose per la salute umana.