La coccidiosi nel cane è una malattia parassitaria sostenuta dai coccidi, protozoi che proliferano all’interno del tratto intestinale del nostro animale. E’ una malattia tipica del cucciolo, perchè dopo i 7 mesi di età avviene la maturazione del sistema immunitario che tiene sotto controllo la patologia. Negli adulti infatti è spesso asintomatica ma possono comunque eliminare il parassita e diventare quindi portatori sani. La trasmissione avviene per via oro-fecale attraverso le feci di un animale infetto e rimane in incubazione per 10-15 giorni.
Coccidiosi: sintomi e diagnosi
Riproducendosi all’interno del tratto intestale del cane il primo sintomo che si manifesterà sarà appunto la diarrea, che può essere di lieve, media o grave intensità. Spesso la fuoriuscita di feci è accompagnata anche dallla presenza di sangue. A seguire può comparire il vomito, l’anoressia(mancanza d’appetito) e la conseguente disidratazione. Anche il pelo può essere opaco e l’animale può manifestare dimagramento, rallentamento della crescita e raramente febbre. Se si manifesta uno di questi sintomi la prima cosa da fare per arrivare alla diagnosi è l’esame delle feci dal proprio medico veterinario. Quest’ultimo attraverso la flottazione metterà in risalto questi parassiti(molto piccoli al microscopio) e in caso positivo vi indicherà la giusta terapia.
Coccidiosi: terapia
Come già anticipato nel precedente paragrafo la terapia deve essere impostata dal proprio medico veterinario che vi spiegherà la giusta posologia e i tempi di somministrazione. Tra i farmaci utilizzati troviamo i sulfamidici. Se è presente una grande infestazione, il primo giorno di terapia potrebbe causare un leggero peggioramento delle condizioni di salute del cane in quanto i parassiti vengono a morte contemporaneamente. Dopo circa 10-15 giorni di terapia verrà eseguito nuovamente l’esame delle feci che vi dirà se la terapia deve essere interrotta o continuata per qualche altro giorno. Nei casi più gravi a causa della diarrea e del vomito che si protraggono per giorni potrebbe essere necessaria una flebo per reintrodurre i liquidi persi in eccesso.
La coccidiosi non è una zoonosi e quindi non può essere trasmessa all’uomo, mentre il gatto può contrarre il parassita.