Arriva dalla Cina una notizia molto importante in merito alla tutela delle specie in via di estinzione.
Le Autorità cinesi hanno approvato delle nuove norme secondo le quali chi consuma carne di animali rari rischia fino a 10 anni di prigione.
Una vera svolta culturale se si pensa che la cucina cinese tradizionale vede in ogni cibo derivato dagli animali potenziali proprietà curative. Qualche esempio? La vescica di orso bruno curerebbe i problemi di stomaco e i calcoli, le ossa di tigre polverizzate guarirebbero dal mal di denti, il sangue di renna rafforzerebbe i reni. Sfogliando una lista dei piatti tipici cinesi, insomma, non è difficile intuire come, nel corso dei secoli, vi sia stato un massivo impiego di animali rari in cucina.
Ora però la Cina dice basta e dimostra di non voler limitare la sua apertura al solo piano economico, o tecnologico, ma di voler abbracciare il concetto, largamente condiviso, secondo cui gli animali non sono al servizio dei bisogni dell’uomo. Stop, dunque, ai baffi di tigre, alla zuppa di salamandra gigante e alle pinne di squalo, simboli della tradizione, mai rinnegata, di un popolo che vuole guardare avanti.
Via | ilsecoloxix.it