Avevamo parlato, in un articolo di settembre, di come, secondo uno studio effettuato dell’Università della Pennsylvania, il fiuto dei nostri amici a 4 zampe riuscisse a identificare preventivamente la presenza di cellule tumorali nelle urine .
I ricercatori americani avevano infatti elaborato un programma d’addestramento tale da far individuare ai cani impiegati la traccia olfattiva emanata da una particolare proteina prodotta in caso di patologie del genere. I risultati straordinariamente positivi avevano fatto sperare in una futura applicazione su pazienti veri e propri e perché no, in un ingresso ufficiale in corsia e nei laboratori diagnostici.
E così ci eravamo lasciati, con l’auspicio in un futuro che, ad oggi, non è più così lontano, almeno non secondo l’incredibile storia che ci arriva da New York.
Diane Papazian è una donna di 57 anni, ha sconfitto un cancro al seno dopo aver subito una doppia mastectomia e un ciclo di chemioterapia. Diane, ed è qui che entrano in gioco i nostri fedeli compagni, afferma con estrema convinzione, di aver scoperto la malattia grazie al comportamento insolito del proprio cane.
Il suo dobermann, infatti, aveva preso l’abitudine di strofinarsi insistentemente e di continuo sul fianco della padrona, generando così un prurito localizzato. Grattandosi, la donna aveva rilevato la presenza di un nodulo; dopo essersi sottoposta a mammografia, l’esito positivo non ha purtroppo lasciato alcun dubbio.
L’ipotesi è quindi che l’olfatto canino ben più sensibile e sviluppato di quello umano, abbia “avvertito” o ” fiutato” il tumore.
D’altronde, studi effettuati in tale ambito, come quello sopraccitato, dimostrano la capacità olfattiva dei cani nel distinguere particolari sostanze chimiche prodotte dal metabolismo di cellule affette da patologie tumorali.
Via | Foxgreen