Finisce il braccio di ferro tra gli animalisti del comune di Rozzano (MI) e la direzione del canile “Il Molino”, da tempo al centro di diverse contestazioni. Secondo gli animalisti i cani non avrebbero ricevuto le cure necessarie, ma soprattutto non sarebbero state realmente seguite le procedure di adozione per poter incassare più soldi.
Come già raccontato in uno dei nostri articoli -che potete leggere QUI-, accade che i gestori di queste strutture siano reticenti ad attuare veri progetti di adozione gli animali, perché per ciascuno di essi si ricevono dei sussidi dallo stato dallo stato. Questi soldi dovrebbero essere spesi per assicurare ai cani tutte le cure di cui necessitano, ma spesso si preferisce risparmiare su cibo e veterinario per intascare più denaro.
Diverse associazioni animaliste hanno accusato la proprietaria del “Il Molino”, Deborah Midgley, proprio di aver lucrato sui randagi; inoltre gli ex volontari del canile hanno denunciato la mancanza di dialogo con le associazioni di volontariato per collaborare alla cura quotidiana dei cani. Sulla base di queste accuse nel luglio scorso il canile è stato aperto al pubblico, un segno per dimostrare che l’impianto era a norma e la salute dei cani garantita. Il portavoce di Animal Action, Enzo Rossaro aveva però dichiarato:
Sono esterrefatto, perché le voci arrivate erano di tutt’altro tenore. Posso dichiarare che si tratta di una delle migliori ispezioni a cui ho partecipato, ma l’opera di monitoraggio continuerà.
In realtà non ce ne sarà più alcun bisogno: scaduta la convenzione col comune di Rozzano, è stato deciso di trasferire gli animali presso alcuni rifugi di Arese e Magnago gestiti dall’associazione animalista “Vita da cani”.
Chi in questi anni si è battuto per la chiusura del canile commenta così la notizia:
Finalmente i nostri cani avranno una vita dignitosa, saranno trattati come esseri viventi e non come rette giornaliere da pagare e potranno trovare una nuova famiglia. Ci sono cani giovani, belli e adottabili che a Pantigliate passano tutta la vita. Da oggi non sarà più così.
Via| corriere.it