Barbara Balanzoni è una dottoressa in Medicina e Chirurgia arrualata nell’esercito italiano con una grande passione per gli animali che l’aveva spinta nel 2012 a collaborare con l’associazione Enpa per il trasferimento in Italia di alcuni cani randagi dall’Afghanistan e dal Kosovo.
Oggi è sempre l’Enpa a rivolgere un appello al Ministero della Difesa per revocare la punizione inferta alla giovane dottoressa ovvero cinque giorni di consegna, oltre ad un processo militare programmato per la data del 7 Febbraio. La Balanzoni è accusata di aver disobbedito all’ordine di non avvicinare animali randagi durante la missione in Kosovo, la dottoressa ha assistito una gatta che si era rifugiata nelle prossimità dell’accampamento italiano per partorire, riuscendo a salvare lei ed uno dei suoi cuccioli. La disobbedienza dell’ufficiale è stata svelata da un graffio procurato dalla micia, motivo per il quale si è resa necessaria una vaccinazione antirabica.
Il rispetto che la Balanzoni dimostra per il valore della vita in tutte le sue forme è ammirevole, e anche se siamo solidali col suo spirito di amante degli animali non possiamo ignorare le motivazioni che hanno spinto i suoi superiori a prendere provvedimenti: in un paese in guerra il quadro igienico-sanitario è precario, entrare in contatto diretto con un animale randagio magari portatore di malattie trasmissibili all’uomo diventa pericolosissimo, specialmente se la persona in questione è un ufficiale medico che espone a questo rischio tutti i pazienti che visita quotidianamente.
Via | La Stampa