Erano tutti cani da caccia gli 8 esemplari deceduti nei giorni scorsi a Castiglione in provincia di Grosseto ed il fatto, come presumibile, non è passato inosservato. Pochi giorni dopo esser tornati dalle campagne e dai boschetti nei quali erano impegnati nella caccia al cinghiale i cani hanno iniziato a manifestare sintomi quali anoressia, stanchezza, indifferenza agli stimoli esterni, difficoltà respiratorie, salivazione eccessiva, vomito, diarrea e un lieve rialzo della temperatura, accompagnati da un fortissimo prurito in particolare su muso e orecchie. Spasmi neuro muscolari, deficit di coordinazione e paralisi ne hanno preceduto il decesso.
Purtroppo quando il fatto è venuto a conoscenza dei veterinari della Asl i cani erano già stati smaltiti e pertanto non sono state effettuate analisi volte a confermare il sospetto fondato che si tratti di pseudorabbia o Aujesky.
L’Aujesky non trasmissibile da cane a cane e soprattutto non trasmissibile da cane a uomo è una patologia tipica del suino e del cinghiale ed è provocata da un herpesvirus , appartenente alla famiglia Herpesviridae, sottofamiglia Alphaerpesvirinae. I suidi sono l’ unica sorgente di infezione naturale per gli ospiti secondari, in essi la patologia è tanto più grave quanto più giovane è l’animale. Il suino è anche l’unico trasmettitore conosciuto della malattia ad altre specie , cani , gatti, pecore e bovini , che contraggono una forma iperacuta mortale che li conduce al decesso in pochi giorni .
In italia il piano di controllo e di profilassi immunizzante per questa malattia prevede la somministrazione di vaccini ai suini di allevamento per 3 anni consecutivi seguita da un controllo, tuttavia, all’oggi non esistono vaccini per altre specie animali.
Gli 8 cani deceduti hanno, probabilmente ingerito la carne cruda dei cinghiali, infettandosi.
Per il momento la situazione è sotto controllo anche se la Asl invita i cittadini di Castiglione e delle zone limitrofe ad astenersi dal somministrare ai propri cani carne di cinghiale.
Via | repubblica.it