Dall’America giunge un’allarmante notizia: in soli sei anni sono stati rapiti più di 26 mila cani solo sul territorio messicano. Sono sempre di più le associazioni animaliste che lottano contro questa sorta di criminalità finemente organizzata che agisce individuando degli esemplari di interesse e sequestrandoli quando sono a casa da soli o addirittura minacciando con un’arma il padrone che li tiene al guinzaglio durante una passeggiata.
E’ diventato tristemente noto alle cronache messicane il caso di Mariam Luzcan proprietaria di un Bassotto rapito (e riscattato) ben quattro volte, gli aguzzini richiedono fino a sei, sette volte il prezzo dell’animale di razza sul mercato. Quando i rapimenti sfociano, come nel caso della Luzcan, in un “semplice riscatto”, bisogna ritenersi fortunati, il vero problema è quando lo scopo dei sequestri sono le lotte clandestine, nel peggiore dei casi i cani più piccoli vengono usati durante gli allenamenti per sviluppare la violenza dei cani da combattimento.
Purtroppo il rapimento di un amico a quattro zampe non è punito dalla legge, l’unico obiettivo che ci si può prefissare sporgendo denuncia è quello di ricevere giustizia per l’essere stati minacciati verbalmente e fisicamente dagli aggressori.
La proposta dei veterinari è di impiantare un microchip sottocute del nostro amico a quattro zampe in modo da localizzare fido ovunque si trovi.
Via | LaZampa