Un uomo di Rivazzurra (Rn) e’ risultato affetto da leishmaniosi.
Questa patologia è causata da protozoi (in Europa soprattutto L. infantum), ed è caratterizzata dalla variabilità delle presentazioni cliniche e dalla difficoltà nella diagnosi. L’importanza in ambito sanitario è data dal fatto che è una “zoonosi“, cioè una patologia che direttamente o indirettamente può essere trasmessa all’uomo. Potete trovare un nostro articolo di approfondimento sulla malattia nel cane [ QUI ].
La leishmaniosi in particolare viene trasmessa indirettamente dal cane (che è il principale serbatoio del parassita) all’uomo tramite un insetto flebotomo, comunemente detto pappatacio. L’attività dell’insetto è massima all’alba e al tramonto, soprattutto nel periodo estivo, quando le femmine (le uniche a effettuare il pasto di sangue) alla ricerca di cibo vengono a contatto con i cani.
Quest’ultimo nella frazione di Rimini è stato fortunatamente un caso di forma cutanea della patologia, che può avere anche una forma ben più grave e problematica, quella viscerale.
La leishmaniosi canina è una patologia endemica nei Paesi del Mediterraneo, diffusa soprattutto nelle zone caldo-umide; la trasmissione all’uomo non è frequente, ma la malattia nella sua forma viscerale può avere conseguenze gravi: la prevenzione veterinaria è l’unica arma a disposizione per ridurre il pericolo di contagio. E’ per questo che i proprietari dei cani della zona di Rivazzurra verranno invitati a sottoporre i propri animali ad un prelievo di sangue, per verificare se risultano positivi alla malattia. I proprietari di animali potranno rivolgersi all?Asl oppure al proprio veterinario di fiducia. Il prelievo per l?analisi è gratuito mentre si paga la visita dal professionista.
Marco melosi, presidente dell’ANMVI, sottolinea:
Il pericolo e’ l’insetto che punge il cane per farne un serbatoio della malattia e che la trasporta pungendo le persone. La protezione del cane rappresenta la sola forma di prevenzione piu’ efficace per evitare la malattia. I proprietari del riminese, come quelli di tutte le aree caldo-umide d’Italia, sono invitati ad attuare regolarmente semplici misure di prevenzione combinata: collari specifici combinati alla vaccinazione a seconda di quello che viene suggerito dal medico veterinario prescrittore, considerando che e’ sempre buona norma evitare di lasciare il cane all’aperto nelle ore serali e notturne e avendo ad ogni modo cura di evitare l’esposizione ai pappataci.
Via | romagnanoi.it